Monumenti di Roma – Foro romano

La valle del Foro, paludosa e inospitale, è utilizzata tra X e II sec. a.C. come necropoli dei primi villaggi stanziati sulle colline circostanti. Solo attorno al 600 a.C., ad opera del re etrusco Tarquinio Prisco, viene drenata con la costruzione della Cloaca Massima e “pavimentata” in terra battuta, diventando il centro della vita cittadina. Gli edifici che vediamo oggi nel Foro non sono tutti contemporanei e non erano tutti visibili nello stesso tempo.

Percorrendo il Foro in senso antiorario, ci si trova subito sulla Via Sacra , che lo attraversa da est a ovest, su cui sfilavano i generali vittoriosi per rendere grazie nel Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio .

A destra la Basilica Emilia (in onore della gens Emilia), dove si amministrava la giustizia.

Proseguendo sulla Via Sacra, si incontra la grande Curia Iulia , sede del Senato. Davanti alla Curia è il Lapis niger , la pietra nera che indicava il luogo funesto della morte di Romolo. Oltre la Curia si innalza la massa imponente dell’ Arco di Settimio Severo . Il lato corto settentrionale del Foro è chiuso dalla tribuna degli oratori (i Rostri), che recava appesi i rostri delle navi nemiche sconfitte ad Anzio (338 a.C.). Tra i Rostri e il Tabularium (l’archivio di stato romano), i templi della Concordia, di Vespasiano e di Saturno raccordano il Foro con il Campidoglio. All’angolo sud-ovest del Foro vi è la Basilica Giulia , adibita all’amministrazione della giustizia.

In questa parte della piazza si ergono molte basi di statue e una colonna dedicata nel 608 d.C. all’imperatore Foca . A est della Basilica Giulia si innalzano le tre colonne superstiti del Tempio dei Dioscuri e nella parte centrale del Foro il Tempio del Divo Giulio (29 a.C.), dedicato a Giulio Cesare divinizzato.

Subito a est del Tempio di Cesare è la Regia, edificio attribuito al secondo re di Roma, Numa. Di fronte alla Regia sorge uno dei più antichi e importanti santuari di Roma, il Tempio di Vesta , con annessa Casa delle Vestali . A est del tempio di Antonino e Faustina è il Tempio di Romolo.

L’enorme edificio rettangolare subito a est è la Basilica di Massenzio , fatta costruire dall’imperatore agli inizi del IV secolo. All’estremità nord-occidentale del Foro si innalza il Tempio di Venere e Roma , opera dell’imperatore Adriano (135 d.C.). Chiude il Foro sul lato corto settentrionale l’ Arco di Tito (circa 81 d.C.)

Visita Ai Fori Imperiali Di Roma

Per scoprire la straordinaria grandezza del nostro passato, potete organizzare una visita ai Fori Imperiali di Roma. I Fori Imperiali sono il più grande, ed affascinante, cantiere archeologico del mondo e meritano, assolutamente, di essere scoperti.

Se vuoi visitarli, puoi prendere la metro B e scendere al Colosseo. Se preferisci gli autobus, l’area, è servita dalle linee 84, 85, 87,175 e 810, I Fori, sono aperti tutti i giorni, ed eccezione del martedì, dalle ore 9.00 alle 19.00. Ricordati, però che la biglietteria chiude un’ora prima.

La visita ai Fori Imperiali di Roma parte da piazza Venezia e conduce al Colosseo, mostrandoti la grande Roma degli imperatori. Quando si parla di Fori Imperiali infatti, si parla di una serie di piazze monumentali, tutte edificate tra il 46 a.C. e il 113 d.C.

Il Foro di Cesare, un tempo circondata da portici ed impreziosito da un tempio dedicato alla dea “Venere Genitrice”, è la prima grande piazza imperiale che incontrerai. Voluta dal grande Giulio Cesare, venne completata, con ogni probabilità, da Augusto.

La seconda grande piazza imperiale è il Foro Augusto, inaugurato nel 2 a.C.; custodiva un tempio dedicato a “Marte Ultore”.

Nel 75 d.C. venne edificato il Foro della Pace. Voluto da Vespasiano per celebrare la conquista di Gerusalemme fu distrutto da terribile incendio e poi ricostruito per ordine di Settimio Severo, ne 192 d.C.

Tra i Fori di Cesare, il Foro della Pace ed il Foro di Augusto, trova posto il Foro di Nerva, chiamato, per via della sua collocazione, Foro Transitorio; era caratterizzato da un tempio innalzato in onore di Minerva.

Infine, l’ultimo dei complessi forensi è il Foro di Traiano costruito fra il 107 ed il 112 d.C. E’ il più grande e maestoso e risultava costituito da una piazza rettangolare.

Oggi, i Fori Imperiali, sono spesso suggestiva location di eventi e manifestazioni.

Romani e turisti, lo scelgono per salutare in musica ed allegria il nuovo anno. Grandi artisti, anche internazionali, ne fanno la loro cornice dei loro concerti.

Senza dimenticare che i Fori sono punti partenza, o arrivo, di importanti manifestazioni o parate. Su tutte, ricordiamo la Parata Militare del 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica.

Una visita ai Fori Imperiali di Roma, in qualsiasi stagione, ti permetterà di vivere un’esperienza emozionante ed indimenticabile. Ed è una splendida occasione per scoprire, o riscoprire, la Domus Aurea, il Colosseo ed il Circo Massimo.

Basilica Di San Giovanni In Laterano Roma

Il luogo

La Sacrosanta Cattedrale Papale Arcibasilica Romana Maggiore del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano, è questo il nome completo della Basilica, è la chiesa di Roma direttamente retta da Papa Francesco, anche se in realtà non la presiede personalmente, ma attraverso un cardinale delegato.

Dove si trova

La Basilica si trova nel cuore della Roma antica, nell'omonima e famosa piazza San Giovanni in Laterano, noto riferimento per manifestazioni politiche di sinistra e per il famoso concerto della festa del primo maggio.

La storia

Entrando nella Basilica di San Giovanni in Laterano, devi sapere che stai per calpestare il suolo della più antica e importante basilica del mondo occidentale. Edificata nel corso del quarto secolo, viene consacrata da Papa Silvestro I, nell'anno 324 d.c.

Caratteristiche

La Basilica per come puoi ammirarla oggi è tuttavia il frutto di successivi interventi architettonici intervenuti nel corso dei secoli.

La facciata principale è stata edificata nel 1732, grazie al progetto dell'architetto Alessandro Galilei. La sommità della facciata è dominata da un gruppo marmoreo sul quale troneggia un Cristo con la croce, circondato da alcuni santi vescovi delle Chiese Orientale e Occidentale. Da notare anche l'imponente mosaico già presente nella basilica paleocristiana, che rappresenta la figura di Gesù.

Al suo interno, la basilica presenta cinque navate. Alzando gli occhi, dalla navata centrale, potrai ammirare il soffitto a cassettoni. Nei pilastri che accompagnano la navata all'altare, sono ricavate alcune nicchie, dove puoi ammirare le statue dei dodici Apostoli. L'abside che puoi ammirare oggi risale invece all'Ottocentro ed è stata voluta da Papa Leone XIII, che fece distruggere la precedente.

La volta è caratterizzata dalla presenza del maestoso mosaico che raffigura la Vergine, accompagnata da alcuni santi, tra cui San Francesco d'Assisi.

I misteri della basilica

Nella basilica è custodita la tomba di Papa Silvestro II, successore in epoca medievale del Papa Silvestro I, di cui abbiamo parlato. Si narra che la tomba trasudasse acqua quando si avvicinava la morte di un papa. Solo molto più tardi fu sciolto il mistero, che si narra dovuto alla presenza ancora intatta della salma del Papa.
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Storia di Roma – Le leggende

Storia di Roma - Le leggende

Romolo e Remo

(Sono vari gli scrittori che hanno raccontato la storia dei due gemelli)
Vicino le rive del Tevere, in una povera capanna, abitavano un vecchio pastore e sua moglie: Fà ustolo e aurenzia. Una sera Fà ustolo sedeva stanco sulla porta della capanna mentre Laurenzia, preparava lo scarso cibo serale. All’improvviso, dal bosco, s’intese un fruscio, e laggiù, verso il fiume, un’ombra scura scivolಠfino alla riva…
Faùstolo pensಠdi andare a vedere cosa fosse successo, disse alla moglie di aspettarlo e avanzಠcauto verso la riva del Tevere. Per le piogge recenti, il fiume era allagato nei campi ed il terreno era cosparso di larghe pozze di acqua. In una di quelle pozze, ai piedi di un albero, Fà ustolo vide una lupa enorme, sdraiata su un fianco e due bambini che si nutrivano del suo latte. Credeva di sognare. Si ritirಠpian piano, e tornಠalla capanna dove iniziಠa raccontare alla moglie incredula della lupa che allatava i due gemelli poi la prese per un braccio e la trascinಠfuori verso il fiume. Poco dopo i due piccoli trovatelli, riposavano al caldo, nella capanna di Fà ustolo e Laurenzia dove crebbero presto e in pochi anni diventarono due ragazzi forti, un pಠselvaggi ma buoni. Fà ustolo li aveva chiamati Romolo e Remo; ed essi lo rispettavano come un padre, ogni giorno si spingevano più lontano dalla capanna, in cerca di nuove avventure…

Questa la storia dello scrittore Gustavo Brigante Colonna. La leggenda vuole invece che, una volta cresciuti,Romolo e Remo conobbero la loro storia, allora ritornarono ad Albalonga , punirono il crudele Amulio e liberarono il nonno Numitore . Ottenuto, poi, da lui il permesso, lasciarono Albalonga e si recarono sulla riva del Tevere, dove erano cresciuti, per fondare una nuova città . Ma chi dei due le avrebbe dato il nome?
Decisero di osservare il volo degli uccelli: avrebbe dato il nome alla città  chi ne avesse visti in maggior numero. La fortuna favorì Romolo , il quale prese un aratro e, sul Colle Palatino , tracciಠun solco per segnare la cinta della città , che da lui fu detta Roma . Era il giorno 21 Aprile, 753 anni prima che nascesse Gesù Cristo. La nascita della nuova città  segnà², purtroppo, la fine della vita di Remo. Era stato stabilito che nessuno, per nessuna ragione, poteva passare al di là  del solco senza il permesso del capo. Ma Remo, invidioso, oppure per burla, lo oltrepassಠcon un salto e, ridendo, esclamà²: – Guarda com’è facile! – Romolo, pieno d’ira, si scagliಠcontro Remo e, impugnata la spada, lo uccise, esclamando che chiunque avesse offeso il nome di Roma doveva morire. Romolo, rimasto solo, governಠla città  in modo saggio, poi un giorno, durante un temporale, egli scomparve, rapito in cielo dal dio Marte.

Il ratto delle Sabine

Una volta creata la città  c’era perಠil problema di popolarla: Romolo raccolse i pastori dalle zone circostanti, ma mancavano le donne. Come fare? Pensಠallora di organizzare una festa, alla quale invitಠi Sabini , con mogli e figlie. Mentre il festino si svolgeva fra canti e danze, ad un segnale convenuto, i giovani Romani rapirono le donne sabine e, armati di pugnali, misero in fuga gli uomini. Questi ritornarono, poco tempo dopo, guidati da Tito Tazio, re della tribù sabina dei Curiti, con l’intento di liberare le loro donne e di vendicarsi dell’affronto ricevuto. Una fanciulla, Tarpea, aprì loro le porte della città : ma pagಠimmediatamente il suo gesto con una morte atroce, infatti fu schiacciata dagli scudi dei Romani. Le generazioni future daranno poi il nome di lei alla rupe Tarpea, dalla quale diverrà  consuetudine gettare i condannati a morte. Penetrati a Roma, i Sabini si lanciarono contro i guerrieri nemici; ma appena iniziಠla battaglia, le donne intervennero per ottenere un armistizio: molto fanciulle infatti, si erano già  affezionate agli sposi romani e non potevano tollerare la vista di quella sanguinosa battaglia nella quale erano coinvolti i loro padri e i loro mariti. La vicenda ebbe così una pacifica conclusione: Romolo e Tito Tazio regnarono in comune sulla città : Sabini Romani si fusero in un solo popolo. Dal nome della tribù di Tito Tazio, quella dei Curiti, derivಠpoi ai Romani l’appellativo di Quiriti.

Enea

Circa tremila anni fa alcune navi, che da tempo veleggiavano sui mari in cerca di un approdo, giunsero in vista di una terra sconosciuta. Quegli uomini erano i soli riusciti a fuggire dal terribile incendio con cui, dopo una lunga guerra, era stata distrutta la loro città . Apparivano tristi e stanchi, per anni avevano dovuto vagare sui mari alla vana ricerca di un pಠdi riposo e di un pಠdi pace… Ed ecco ora davanti a loro stendersi una terra dall’aspetto sereno e accogliente. Giunsero in un luogo dove c’era un maestoso fiume che irrompeva in mare mescolando le sue tumultuose acque gialle con le onde azzurre. Così quando il capo diede l’ordine, fu con vero entusiasmo che essi si accinsero a sbarcare…. Gli uomini che finalmente poterono toccare terra erano i Troiani, ed erano sbarcati nel Lazio, sulle rive del fiume Tevere guidati dal valorosissimo guerriero Enea . Egli, mentreTroia crollava sotto il furioso assalto dei Greci , era riuscito a trarre in salvo il proprio padre e il proprio figlioletto. Ma il padre era morto durante il lungo viaggio; gli restava solo il figlioletto Ascanio.

La vita e le imprese di Enea sono narrate meravigliosamente nel poema Eneide , scritto dal grande poetaVirgilio , noi qui riportiamo solo in parte quelli che sono gli episodi più importanti per procedere nel racconto della fondazione di Roma. Già  a quei tempi il Lazio era popolato da varie popolazioni: gli Etruschi, i Volsci, i Sabini, gli Equi, i Rùtuli e gli Ausoni. La più importante popolazione, stanziata in un gruppo di città  organizzate nel territorio pianeggiante lungo le rive del Tevere, era quella dei Latini. I Troiani vennero subito in contatto con questo popolo e con il loro re, il saggio Latino. Egli li accolse con benevolenza, diede loro ospitalità  e, qualche tempo dopo offrì in sposa ad Enea la propria figlia Lavinia già  promessa a Turno, re dei Rùtuli che scatenಠuna guerra per vendicare l’offesa ricevuta. Fu una guerra feroce, che si concluse con un lungo duello fra Enea e Turno, finchè quest’ultimo rimase ucciso. Seguì un lungo periodo di pace, durante il quale Enea fondಠuna città , Lavinium, in onore della sposa. Ascanio, il figlio di Enea, diventato grande, fondಠa sua volta la città  di Albalonga. Molti e molti anni dopo la morte di Ascanio, divenne re di Albalonga il buon Numitore. Egli aveva, perà², un fratello molto cattivo ed invidioso di nome Amulio, il quale avrebbe voluto regnare. Per raggiungere il suo scopo, fece imprigionare Numitore e costrinse Rea Silvia, la figlia di lui, a farsi sacerdotessa. Amulio poteva, ormai, considerarsi sicuro e tranquillo. Per molti anni, egli solo sarebbe stato il re. Poco tempo dopo perಠil dio Marte mandಠa Rea Silvia due gemelli, Romolo e Remo . Amulio, adirato, ordinಠche essi venissero immediatamente uccisi. Ma era destino che egli dovesse ricevere la giusta punizione! Il servo, incaricato del crudele compito, non ebbe il coraggio di commettere un delitto così grave: pose, invece, i due fratellini in una cesta di vimini e li abbandonಠnelle acque del Tevere, con la speranza che qualcuno li salvasse. E la salvezza non tardಠa venire…

Storia di Roma – La Civiltà in epoca Romana

Storia di Roma - La Civiltà in epoca Romana

La Società 

La società  romana era suddivisa principalmente in patrizi e plebei. I diritti e i doveri di queste caste si modificarono con il passaggio da un’epoca ad un’altra.
La Società  nell’Epoca Repubblicana
La popolazione romana era divisa in due gruppi: i patrizi e i plebei .
I patrizi erano i discendenti delle famiglie più antiche e potenti, possedevano molte terre. I plebei, invece, erano per lo più artigiani o contadini che lavoravano le terre dei patrizi. Questi ultimi esercitavano il potere politico ; i plebei, al contrario, non potevano partecipare al governo. Le due comunità  erano nettamente distinte: i patrizi si sposavano tra di loro e facevano affari solo fra di loro. I plebei potevano accorciare le distanze che li dividevano dai patrizi soltanto in un modo: facendosi clienti (=obbedienti) di qualche famiglia patrizia. Essi offrivano i loro servigi e in cambio ricevevano protezione dal capo della famiglia patrizia, che diveniva il loro patrono.
Tutti coloro che discendevano (o che pensavano di discendere) da un comune antenato formavano una gens, cioè una stirpe. I membri di una gens si sentivano profondamente uniti da vincoli di sangue, anche se molto spesso il comune antenato era leggendario .
All’interno delle gentes (plurale di gens) c’erano poi le famiglie , abbastanza simili a quelle attuali. In esse il padre esercitava una grande autorità  sulla moglie e sui figli.
Anche gli schiavi facevano parte della famiglia. Ogni Romano aveva il nome della gens alla quale apparteneva ( nomen ): gli appartenenti alla stirpe Claudia si chiamavano tutti Claudio. Al nomen si anteponeva il nome personale ( praenomen ) e infine si aggiungeva il soprannome (cognomen). Il cognomen, molte volte, prendeva origine da un particolare fisico della persona o da luogo di origine della sua stirpe. Così ogni cittadino romano aveva tre nomi.

La società  nell’epoca Imperiale

Durante l’impero le classi sociali subirono un’evoluzione che interessಠi nobili, le classi medie e l’esercito. Tra i nobili ci fu un mutamento: i nuovi ricchi si erano formati nelle province e molti di essi erano entrati a far parte del senato . I segni della loro ricchezza erano le case e le cene sontuose. Nelle città  di provincia i Romani favorirono il formarsi di un’attiva classe borghese: proprietari terrieri, commercianti, professionisti, funzionari dello Stato. Nella borghesia romana erano inclusi anche gli artigiani propietari di laboratori molto attivi, che si riunivano in organizzazioni di categoria dette “collegi”.
Anche l’ esercito presentava, sotto i Flavi e gli Antonini , un alto grado di efficienza. Nelle legioni servivano molti provinciali, che ottenevano, al termine della ferma, la cittadinanza romana. Fare il soldato non significava soltanto combattere, ma colonizzare terre, costruire strade, ponti e fortificazioni fondare il primo nucleo di future città  e vigilare sulla loro civiltà  e sulla loro sicurezza.
Le condizioni della plebe romana, invece, non erano affatto cambiate. Lo stato doveva ancora addossarsi il mantenimento di quasi 200.000 nullafacenti, che pretendevano, come un diritto, distribuzioni alimentari gratuite e spettacoli gratuiti (panem et circenses). D’altra parte gli imperatori preferivano accattivarsi in questo modo il favore della plebe.

La Storia di Roma

La Storia di Roma - Le origini della sua fondazione

Sulle origini storiche di Roma sono state avanzate molte ipotesi basate su ricerche archeologiche e glottologiche. Alcuni studiosi sostengono l’esistenza di Roma già  prima della dominazione etrusca; altri propendono per l’origine etrusca.
Roma, città  latino-sabina .
Per gli studiosi che sostengono tale ipotesi, i primi stanziamenti nella zona latina risalgono al X secolo a.C. e la città  sarebbe sorta, non per associazione, ma per successivi ampliamenti di un nucleo primitivo durante i secoli IX e XIII a.C.
Roma, città  etrusca .
Per i sostenitori di tale ipotesi esistono tracce di stanziamenti pre-etruschi sul Palatino ma questi rappresentavano solo confederazioni fra villaggi. Furono gli etruschi i primi a introdurre il tipo della “città -stato” in Italia. Comunque, se Roma non è propriamente di origine etrusca, è etrusca senz’altro la Costituzione cittadina.

Le origini storiche di Roma

Secondo la tradizione la città  di Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a .C. , in realtà , essa sorse a poco a poco, un quartiere alla volta. Il primo colle ad essere occupato fu forse il Palatino , dove si insediಠintorno al X secolo, una colonia latina, proprio su quella parte che guarda il Tevere . In quel punto il fiume è diviso dall’isola Tiberina, punto di passaggio obbligato non solo per il commercio che si svolgeva tra nord e sud, ma anche per quello che dal mare si sviluppava verso l’interno del Lazio e dell’Italia centrale per via fluviale. I resti archeologici più antichi ritrovati sul Palatino ci attestano l’esistenza di un villaggio di capanne circondato da un terrapieno: la Roma quadrata della tradizione. Non molto tempo dopo il progressivo evolversi di un’economia di scambio sollecitಠla creazione di empori commerciali, in cui confluirono le merci in arrivo e da cui partivano quelle da esportare. Successivamente grazie alla conformazione che la natura aveva dato a quel luogo, circondandolo di colli distanti dal mare, esso divenne un punto ideale per stare sicuri da ogni pericolo. Fu così che nuove popolazioni latine dell’interno furono indotte ad occupare altre zone ( Esquilino, Celio, Quirinale e Capitolino ) e a dare origine tra il X e il VII sec. a. C. , a nuovi villaggi. Questi, riunitisi in lega sacra, fondarono Roma e iniziarono, con un’esperienza monarchica, la millenaria storia della città  eterna.

Itinerari a Roma – La Via Appia Antica

Itinerari a Roma - La Via Appia Antica ( attraverso l’ acquedotto Claudio fino alle Catacombe di S. Callisto )

” Regina Viarum” : La Regina delle Strade. Così gli antichi Romani chiamavano la Via Appia, una vera e propria autostrada dell’ Antichità  .Iniziata nel 312  a.C. da Appio Claudio e terminata nel II secolo d.C. , questa via Consolare collegava inizialmente Roma  con Capua e Benevento, ma ultimata , si spingeva fino a Taranto e a Brindisi.  Di straordinaria suggestione e’  la tipica pavimentazione romana ,  il  Saxo quadrato ; blocchi di tufo e lava.che ancora oggi possiamo percorrere.

Per i Romani  era la via dei commerci, ma anche il luogo dove seppellire i morti.  Ecco,  infatti,   le tombe dei plebei , i cosidetti ” Colombari” ,  loculi  dalla forma di nidi di colombi e le tombe delle famiglie Aristocratiche e dei  grandi personaggi   come la Tomba di Cecilia Metella , quella dei Curiazi  e del Filosofo Seneca.

Incrociamo la Chiesa cinquecentesca Domine Quo Vadis   eretta sul luogo  dove, secondo la leggenda , San Pietro, fuggito dal carcere Mamertino incrocio’  Gesu’ che si dirigeva verso Roma .  Il Santo chiese a Gesù :  “Domine Quo Vadis ? ” ( Signore, Dove Vai ?).  Il Signore rispose ” Vengo a Roma per essere crocefisso di nuovo”.  Colpito da queste parole San  Pietro decise di tornare a Roma e subire il Martirio.

Le grandi  Arcate dell’ Acquedotto Claudio   fanno da cornice alla campagna romana , oggi  Parco degli Acquedotti .  Il grande acquedotto e’  una delle immagini più fotografate al mondo e un suggestivo ed importante  esempio di tecnica e di maestria romana .  Ci fermiamo tra i resti del Circo di Massenzio che, durante  le rappresentazioni ,  ospitava  fino a 10.000 spettatori.

‘ proprio da una cava di Tufo sulla Via Appia che fu coniato il termine catacomba: cavità  che divenne  Cimitero sotterraneo.  Le Catacombe di San Callisto   sono le più grandi e monumentali di Roma. Occupano un’ area di circa 15 ettari  e  si sviluppano per oltre 20 km di gallerie,  superando la profondità  di 20 metri.  Da non perdere il Piccolo Vaticano, dove giacciono i resti di 9 papi e la  Cripta di S. Cecilia, patrona della musica.

Itinerari a Roma – La Dolce Vita

Itinerari a Roma - La Dolce Vita ( seguendo le orme di Fellini )

Da Via Veneto , una delle strade piu’ famose ed eleganti del mondo, come i Campi Elisi di Parigi o la Quinta Strada di New York iniziamo il nostro percorso.
E’ qui che negli ani 60 Fellini, il grande Regista immortalà²Â  la  mondanita’ internazionale con il film “La dolce Vita” , presente, ancora oggi,  tra  i Caffè e gli Alberghi esclusivi  frequentati da stelle del cinema e da  indiscreti paparazzi.

Lungo la via visitiamo l’ antico ossario dei  Frati Cappuccini  nella Chiesa di Santa Maria della Concezione   e ci fermiamo a fare Shopping tra le tante vetrine dei Negozi alla Moda. Al termine della lunga discesa si apre Piazza Barberini.

Al centro della grande Piazza, una delle piu’  belle fontane di Roma – La Fontana del Tritone , straordinario capolavoro del Bernini dove Nettuno svetta sostenuto dai suoi delfini.

Nella vicina via delle Quattro Fontane si erge Palazzo Barberini , uno dei più importanti esempi del barocco romano realizzato dal Bernini e dal Borromini.

Nel palazzo si trova la Galleria Nazionale d’arte Antica , con opere importanti come la celebre Fornarina di Raffello.

Scendendo da Via del Tritone , ci fermiamo per un po’ di relax e un caffè  al  Planet Hollywood .  Percorrendo alcune caratteristiche stradine ci appare all’ improvviso, in tutta la sua marmorea bellezza il capolavoro di NicolಠSalvi : la Fontana di Trevi. E’ qui che la Dolce Vita,  con l’ immagine di Anita Eckeberg al centro della Fontana, tra il Nettuno ed i due Tritoni , ha avuto il suo trionfo. Come tradizione gettiamo la monetina nelle acque della Fontana per essere sicuri di ” ritornare a Roma”.

Raggiungiamo Piazza Colonna, con al Centro
l’omonima Colonna eretta dal Senato di Roma per ricordare l’ Imperatore Marco Aurelio.

Sulla Piazza si affaccia la Sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Passiamo accanto al Palazzo di Montecitorio, sede del Parlamento,  per raggiungere
Il Pantheon , uno dei monumenti Romani meglio conservati.

Itinerari a Roma – La Domus Aurea

Itinerari a Roma - La Domus Aurea ( da Nerone e Mecenate alle Terme di Caracalla )

La Domus Aurea, la madre dei sotterranei romani.
Tale affermazione non è certo azzardata essendo la dimora di Nerone, l’ipogeo più vasto ed affascinante che Roma conservi nelle viscere della propria terra. La Domus Aurea conserva ancora intatte le originarie pitture, le sale dell’alcova, quelle del triclinio e i lunghi criptoportici; il tutto a formare un vero e proprio labirinto sotterraneo nella cui trama ci si puಠmuovere quasi unicamente con la pianta archeologica e non senza qualche fatica. Nerone decise di costruire la sua reggia, che secondo lui doveva essere la più grande e la più preziosa del mondo, in seguito al famoso incendio del 64 d. C. che distrusse tre regioni e ne danneggiಠquattro delle quattordici augustee. I danni maggiori furono riscontrati tra i colli Oppius, Fagutal e le Carinae. Nerone decise di costruire la sua reggia, che secondo lui doveva essere la più grande e la più preziosa del mondo, in seguito al famoso incendio del 64 d. C. che distrusse tre regioni e ne danneggiಠquattro delle quattordici augustee. I danni maggiori furono riscontrati tra i colli.Oppius, Fagutal e le Carinae. Proprio in questa zona si costruì il nuovo palazzo, la Domus Aurea appunto. Svetonio illustra pomposamente la dimora neroniana e dobbiamo certamente dargli credito se solo prendessimo in esame le strutture superstiti che pur furono spogliate degli elementi più ricchi prima di essere occultate.durante il periodo di Traiano. Già  durante l’impero dei Flavi l’intera zona era stata in gran parte modificata soprattutto per la costruzione dell’Anfiteatro Flavio che prese il posto del famoso lago artificiale di Nerone. Le strutture preesistenti, alle quali lavorarono attivamente i due architetti Severo e Celere, furono solo in piccola parte rimaneggiate e furono abitate almeno fino al 104, allorché un incendio le distrusse. Subito dopo furono ricoperte per creare il piano che avrebbe ospitato la gigantesca mole delle terme di Traiano.

Itinerari a Roma – Le Acropoli di Roma

Itinerari a Roma - Le Acropoli di Roma ( Il Circo Massimo, il Campidoglio e Piazza Venezia )

Iniziamo questo percorso pomeridiano dal più grande edificio per giochi e spettacoli di tutti i tempi,  il Circo Massimo . Grande come 6 campi da calcio ospitava oltre 250.000 spettatori. Costeggiamo la Sponda del Tevere fino ad arrivare al primo porto Romano del Tevere , il Porto Tiberino da dove scendevano dalle navi Caudicarie i Mercanti  stranieri per portare le loro merci al Foro Boario , il principale mercato di buoi di Roma.

Nella Chiesa di Santa Maria di Cosmedin , sorta sopra i resti di un antico altare dedicato ad Ercole, di cui a poca distanza e’ visibile il tempio Hercules Victor , il più antico esempio di tempio Romano in marmo, introduciamo la mano nella Bocca della Verità    l’ antico mascherone che, secondo la leggenda medievale, mordeva i bugiardi.  Siamo nel Velabro , l’ antica palude dove la Lupa, simbolo di Roma, salvò i gemelli Romolo e Remo. Uno sguardo al grande Arco di Giano e siamo ai piedi del sacro colle : il Campidoglio.

Dopo aver ammirato l’ Insula, il tipico “condominio” dei plebei romani che ospitava fino a 400 persone saliamo la famosa scalinata che porta alla Chiesa dell?Aracoeli , eretta sui resti del tempio di Giunone Moneta (l’ antica zecca dei Romani),  giungiamo sulla Piazza del Campidoglio . Definita dal NY Times la più bella piazza del Mondo e’ un concentrato di bellezze artistiche ed architettoniche stupefacente. Si deve a Michelangelo il suo attuale aspetto: le grandi statue di Castore e Polluce ci introducono nell?area centrale dove campeggia la Statua equestre  Marco Aurelio , ai lati gli splendidi Musei del Palazzo dei Conservatori , il nuovo Museo Capitolino  (tra i più ricchi e antichi Musei del mondo) e il Tabularium dove risiede la Municipalità  della città .

Ai piedi del Campidoglio ci fermiamo nell’antichissimo Carcere Mamertino  dove venivano strangolati i prigionieri politici e dove furono rinchiusi San Pietro e Paolo i Patroni di Roma. Ben 60 milioni di sesterzi costò a  Giulio Cesare l’ esproprio del terreno dove fece costruire i Fori Imperiali . simbolo universale dell’ archeologia. Camminiamo tra le rovine del Foro della Pace , di Nerva , di Augusto e di Traiano fino alla Colonna Traiana , detta centenaria ( alta 100 piedi romani) che documenta con le sue decorazioni avvolgenti  le vittorie dell’ imperatore sui Daci.

lla fine dei Fori Imperiali l’ ultima tappa del percorso ,  Piazza Venezia, nevrotico  centro della vita quotidiana. Uno spettacolo curioso  guardare il Vigile Urbano che dirige il traffico con la  sua mimica inconfondibile. Sulla piazza si affaccia il Vittoriano , gigantesco monumento al re Vittorio Emanuele II, dimora del Milite Ignoto e spettacolare Belvedere. Sulla destra Palazzo Venezia , storica sede di ambasciate e residenza ufficiale del Duce durante l’ era Fascista.